CINEMA: La trilogia del cornetto

Ideata da Simon Pegg e Edgar Wright e diretta da quest’ultimo, la trilogia del cornetto è composta da tre film a prima vista senza connessione tra loro. Il primo, L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004), il cui titolo è un evidente gioco di parole sul primo grande film sui morti viventi “Zombi” (Dawn of the Dead, lett. l’alba dei morti viventi, 1978), è una commedia romantica ambientata durante una apocalissi zombie. Il secondo, Hot Fuzz (2007), è una commedia poliziesca che parodizza ampiamente il genere, il cui intreccio si basa sul conflitto tra le personalità dei due protagonisti. L’ultimo, La fine del mondo (The World’s End, 2013), è una commedia apocalittica ispirata da classici come “L’invasione degli ultracorpi” (Invasion of the Body Snatchers, 1956) e “La fabbrica delle mogli” (The Stepford Wives, 1975), che trasmette un evidente messaggio pseudo-morale ed è per questo il più drammatico dei tre.  Continua a leggere “CINEMA: La trilogia del cornetto”

LETTERATURA: Diario di scuola

A volte capitano cose strane… come apprezzare un libro dato da leggere a scuola. Eppure è inevitabile: la reazione a cui mi ha portato Diario di scuola di Daniel Pennac è stata proprio questa. Con un titolo che non attira l’attenzione, ma anzi fa storcere il naso, e una storia inesistente che nelle prime pagine rende impossibile seguire il filo del discorso, è il libro più bello che la mia prof d’italiano mi abbia dato da leggere quest’anno. Continua a leggere “LETTERATURA: Diario di scuola”

MUSICA: Vince Staples

In una scena rap dominata sempre più dalle rime generiche e dimenticabili della tra, genere dove la scena e l’apparenza contano più del contenuto, esistono ancora artisti che con la loro musica vogliono ancora dipingere un pesante e realistico ritratto della realtà dei loro quartieri. Tra questi uno degli artisti più interessanti e talentuosi presenti sulla scena è sicuramente Vince Staples. Il giovane mc infatti sta continuando e modernizzando la tradizione del gangsta rap della West Coast, raccontando lo triste spettacolo dei ghetti americani, le storie di chi è riuscito a fuggire ma anche allontanandosi dai soliti stereotipi di venerazione della cultura gangsta tipica del genere, creando una canzone molto più di denuncia sociale, politica e anche della sua situazione personale. Anche a livello di suono la produzione di Staples si allontana dal genere di cui è figlia, ma senza dimenticarsi delle sue origini; le basi del rapper californiano infatti hanno un suono molto pesante, quasi metalliche, e spesso incorporano al loro interno l’utilizzo di strumenti lontani dalla cultura rap, come ad esempio l’utilizzo delle chitarre elettriche. Ma per comprendere a fondo la musica di Staples bisogna capire la sua storia personale e l’eredità culturale e artistica che si porta sulle spalle. Continua a leggere “MUSICA: Vince Staples”

Oh captain, my captain!

“Ragazzi, è durissima per me dirvelo. L’anno prossimo non ci vedremo più. È troppo difficile per me riuscire ad insegnare e pensare anche al dottorato”. Sento i brividi corrermi sulla pelle, mi guardo intorno e vedo una classe disperata: mani nei capelli, sguardi fissi e turbati. Nessuno ha ancora realizzato. Il senso di sgomento svanisce e lascia il posto a tristezza, incredulità e smarrimento. Penso: “Mi sento poco bene”. Penso: “Sto per vomitare”. Senza rendermene conto sto piangendo in silenzio. Solo lacrime, che mi scivolano dagli occhi, scendono sul mento. Continua a leggere “Oh captain, my captain!”

Testimone della difesa

Peter Evans, pubblico ministero, si allentò la cravatta. Se non fosse stato quel processo, pensò, di sicuro sarebbe stata la pressione alta ad ucciderlo. Ma in quel preciso momento gli pareva più probabile la prima opzione. Dopo un’arringa iniziale ai limiti del surreale, dei controinterrogatori quasi mistici, la difesa si apprestava a presentare il suo unico testimone. Testimone che affermava di essere il Signore Onnipotente. La sua mozione era stata presentata prima che il difensore potesse finire di dire “onnipotente”, ma per una qualche ragione era stata respinta, intervento divino ipotizzava lui. Ora però si trovava costretto ad affrontare un processo di portata nazionale, se non mondiale, che di sicuro sarebbe diventato un precedente. Se solo avesse accettato quel posto nello studio del cugino… o, ancora meglio, se fosse rimasto ad allevare bestiame come il padre… di sicuro il Divino sarebbe rimasto al suo posto nel cielo. Ma una qualche spinta morale, la prima e unica di tutta la sua vita, lo aveva portato alla procura distrettuale, a perseguire la giustizia e mandare in prigione i cattivi. Doveva però ammettere che una parte di lui, quella segnata dalla sua educazione protestante, era curiosa di vedere quella sceneggiata.

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Per un mondo migliore

Sono passati cinquant’anni.

Secondo una vecchia convenzione, era il tempo necessario affinché un avvenimento potesse essere considerato storia, perché mostrasse tutti i suoi effetti nel lungo termine. Al giorno d’oggi, naturalmente, in una società fluida come la nostra in cui ogni fatto ha un’immediata risonanza a livello globale, questa definizione ha perso di significato. Cinquant’anni ci sembrano un periodo lunghissimo, ma al contempo non lo sono abbastanza: a pensarci bene, probabilmente la maggior parte dei nostri genitori sono nati prima. Un cambio generazionale, ecco cosa avviene in questo lasso di tempo. E che cambio. Continua a leggere “Per un mondo migliore”

Cronache di Afrin

Sulla situazione politica in Siria e sulla guerra civile che insanguina da anni il paese, sono stati scritti fiumi d’inchiostro. In questa vicenda, il popolo curdo ha giocato un ruolo di certo non secondario, sebbene tutto ciò che concerne il Kurdistan non abbia mai ricevuto grande risonanza mediatica.

I curdi sono un popolo dal forte senso di appartenenza nazionale, ma privo di un vero stato. Essi sono divisi infatti in 4 stati: Siria, Turchia, Iran e Iraq, e in ognuno di questi stati ai curdi sono da sempre negati cittadinanza, fornitura dei servizi statali, attivismo politico e persino l’espressione culturale. Continua a leggere “Cronache di Afrin”

MUSICA: Jimi Hendrix

“Per diventare un vero chitarrista devi esercitarti con costanza tutti i giorni, devi avere un’ottima padronanza di tutte le scale, devi svolgere continuamente esercizi tecnici e solo dopo anni sarai in grado di padroneggiare lo strumento sufficientemente”. Verissimo, ma che dire del grande Jimi Hendrix? La sua storia con la chitarra è stata completamente diversa da quella esposta da questa austera frase da insegnante di conservatorio. Jimi nacque da una famiglia afroamericana molto umile che non godeva di una grande disponibilità economica per comprare una chitarra che il piccolo Jimi tanto desiderava e tanto meno per permettere al figlio di prendere lezioni da un maestro per imparare a suonare lo strumento. Continua a leggere “MUSICA: Jimi Hendrix”